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01
Set

OLTRE IL CAMICE, VITA DA RICERCATORI: EMANUELA E MATTIA

Intervista doppia: conosciamo Emanuela Zuccaro e Mattia Albiero

Due progetti: uno è stato appena avviato, l’altro è in fase conclusiva. Due ricercatori: lei è Emanuela Zuccaro, 37enne originaria di Nardò e laureata all’Università del Salento; lui è Mattia Albiero, 39enne di Vicenza, laureato all’Università di Padova. Conosciamoli meglio!

Qual è il tuo settore di ricerca?
Emanuela – Le neuroscienze, in particolare le malattie neurodegenerative.
Mattia – Il diabete e le malattie cardiovascolari.

Al VIMM conduci un progetto di ricerca. A che punto è?
Emanuela – È iniziato il primo maggio.
Mattia – Siamo ormai alle fasi conclusive.

Di che progetto si tratta?
Emanuela – Grazie al sostegno di AriSLA, ci focalizziamo sul modo in cui alcuni sottotipi di motoneuroni, i neuroni responsabili del movimento, degenerano provocando la SLA.
Mattia – Abbiamo studiato come la dieta modifichi l’interazione tra microbioma e sistema immunitario e come l’infiammazione contribuisca allo sviluppo del diabete. È un progetto finanziato dal Ministero per la Salute.

Qual è stata la prima reazione quando hai saputo di aver vinto il bando?
Emanuela – Sono stata molto contenta perché la mia idea era stata valutata positivamente da grandi esponenti scientifici a livello internazionale. D’altro canto ho percepito un forte senso di responsabilità, perché fuori dai laboratori c’è la vita dei pazienti.
Mattia – Tanta gioia e soddisfazione, ma anche un grande senso di responsabilità nel dover suffragare l’idea alla base del mio progetto con dei risultati sperimentali.

Dimmi un aspetto positivo e uno negativo della vita in laboratorio.
Emanuela – Siamo sempre sottoposti a nuove sfide, ogni giorno, ed è molto stimolante; al contempo però capitano
giornate in cui si passano ore infinite dietro il bancone del laboratorio ad analizzare solo dati e i risultati sembrano
lontani da raggiungere.
Mattia – Un aspetto positivo è la flessibilità e la libertà intellettuale nel lavoro, un aspetto negativo è rappresentato dal rischio concreto di esserne completamente assorbito.

Quando conosci persone nuove e dici loro che nella vita fai il ricercatore/la ricercatrice, qual è la loro prima reazione?
Emanuela – Sono incuriositi: vogliono saperne di più. A volte non sono del tutto consci del fatto che si tratta di un vero lavoro, però in generale l’entusiasmo è la prima reazione.
Mattia – Un mix di ammirazione e stupore. Stimano tantissimo questo tipo di lavoro ma al contempo non sono certi di cosa effettivamente ci occupiamo.

Quando eri bambino cosa sognavi di fare “da grande”?
Emanuela – Ho sempre voluto fare ricerca, ma non nell’ambito delle neuroscienze. Volevo diventare biologa marina.
Mattia – Il pasticcere.

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