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02
Mag

L’AUTOFAGIA MITOCONDRIALE CONTRO LA RESISTENZA AI FARMACI PLATINANTI

Un team di ricercatori del VIMM e dell’Università di Padova, coordinato dalla prof.ssa Monica Montopoli e dalla dott.ssa Marta Giacomello, ha dimostrato come la mitofagia sia un processo chiave nel fenomeno della resistenza ai farmaci platinanti.

La prof.ssa Monica Montopoli, Associate Investigator VIMM

La ricerca “Cisplatin resistance can be curtailed by blunting BNIP3-mediated mithocondrial autophagy”, pubblicata sulla rivista “Cell, Death and Disease”, riporta i risultati degli studi sul processo cellulare di degradazione autofagica selettiva dei mitocondri. “Il cisplatino e i suoi derivati sono agenti chemioterapici utilizzati in prima linea nel trattamento di diversi tumori solidi, tra cui carcinomi ovarici e sarcomi – spiega la prof.ssa Montopoli – Tuttavia, la resistenza a questi farmaci spesso ne impedisce l’efficacia terapeutica: comprendere i meccanismi molecolari alla base di questo fenomeno è quindi fondamentale per la ricerca sul cancro”.

Il team internazionale di ricercatori ha osservato in particolare che nell’osteosarcoma e nel carcinoma ovarico con fenotipo resistente, i livelli di mitofagia sono aumentati, causando cambiamenti anche nella morfologia mitocondriale e nella sua comunicazione con il reticolo endoplasmatico. Questi cambiamenti sono dovuti in particolare al recettore mitofagico BNIP3, particolarmente espresso nei diversi modelli sperimentali analizzati e incluso in dati clinici di pazienti affetti da cancro ovarico resistente ai trattamenti platinanti.

Alla luce di questa scoperta, i ricercatori hanno messo a punto un approccio farmacologico basato sull’utilizzo di due nuovi inibitori della proteina VSP34 che bloccano la formazione di autofagosomi, in combinazione con il cisplatino. Tale trattamento combinatorio si è dimostrato efficace nel sensibilizzare le cellule resistenti al chemioterapico, ponendo così le basi per lo sviluppo di una nuova strategia terapeutica atta a contrastare la resistenza al cisplatino nel carcinoma ovarico e nell’osteosarcoma.

“Grazie alla scoperta di questa correlazione tra mitofagia (ed in particolare BNIP3), e resistenza al cisplatino – conclude la prof.ssa Montopoli – il nostro lavoro potrà fornire un possibile biomarcatore per individuare la resistenza al chemioterapico e dare avvio allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per contrastare la resistenza al cisplatino”.

Link all’articolo: https://doi.org/10.1038/s41419-022-04741-9

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