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22
Mar

IL PRIMO STUDIO INTERNAZIONALE SULLA LEUCEMIA A GRANDI LINFOCITI GRANULATI DI TIPO GAMMA-DELTA PERMETTE DI INDIVIDUARE LE MANIFESTAZIONI CLINICHE E I MARCATORI PREDITTIVI DELLA MALATTIA

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista “Blood”, è stato condotto da ricercatori dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) e dell’Università di Padova in collaborazione con 8 centri di riferimento per la diagnosi e il trattamento della malattia

Un gruppo di ricerca coordinato dai ricercatori dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) Gianpietro Semenzato (Professore Emerito dell’Università di Padova) e Renato Zambello (Professore Associato di Ematologia presso il Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova), ha recentemente pubblicato i risultati di uno studio finalizzato a caratterizzare i pazienti affetti da una rara forma di leucemia cronica dell’adulto, la Leucemia a Grandi Linfociti Granulati di tipo Gamma-Delta (Tgd Large Granular Lymphocyte leukemia, Tgd LGLL).

La Tgd LGLL rappresenta una variante della Leucemia a Grandi Linfociti Granulati di tipo T (T-LGLL) che fino ad ora è stata descritta e analizzata in piccole casistiche regionali.

Lo studio, che ha come primo firmatario il ricercatore del VIMM Gregorio Barilà, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Blood” è partito dall’osservazione e dall’analisi della più ampia casistica analizzata finora a livello internazionale, composta da 137 pazienti.

Questo ha permesso di delineare le caratteristiche biologiche-molecolari delle cellule leucemiche, le manifestazioni cliniche associate alla malattia ed i marcatori predittivi di malattia sintomatica. Inoltre, per la prima volta sono state confrontate le caratteristiche dei pazienti con quelle della forma più comune di tipo Alfa-Beta (Tab LGLL)

“Le principali evidenze raccolte dallo studio che abbiamo condotto dimostrano che la Tgd LGLL presenta un decorso clinico della malattia più aggressivo, caratterizzato da ridotta sopravvivenza” ha sottolineato il ricercatore del VIMM Gregorio Barilà.

“I risultati riportati permettono quindi di identificare precocemente i pazienti con malattia a prognosi più sfavorevole, che dovranno essere monitorati con maggiore frequenza”.

Lo studio coordinato dal gruppo di Padova è il frutto di una collaborazione internazionale che ha coinvolto otto centri di riferimento per la diagnosi e il trattamento di questa malattia in cinque Nazioni differenti (Italia, Francia, Spagna, Stati Uniti, Giappone) ed è stato reso possibile grazie al sostegno della Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro.

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