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15
Lug

‘Ecco perché perdiamo forza durante l’invecchiamento’: la ricerca del gruppo Sandri

Pubblicato su Nature Communications lo studio del laboratorio Sandri, che ha individuato uno dei meccanismi cardine alla base dell’insorgenza della debolezza muscolare

La vita media nella nostra società si sta allungando sempre di più grazie al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie. Nel 2025 si prevede che 1,2 miliardi di individui siano di età superiore ai 65 anni. Tuttavia, non sempre l’allungamento della vita media dell’uomo implica un miglioramento della qualità della vita.

Tra le condizioni che comportano un invecchiamento non in salute c’è quella conosciuta con il nome di sarcopenia, una patologica perdita di massa muscolare e di forza che predispone all’insorgenza di malattie, di fragilità e disabilità e ad una precoce mortalità. I meccanismi che causano l’insorgenza della debolezza nei soggetti anziani non sono ancora compresi e risulta quindi fondamentale capire quali siano le cause della perdita della salute dei muscoli, con l’obiettivo di sviluppare trattamenti farmacologici per migliorare la qualità della vita nella popolazione geriatrica.

La ricerca condotta all’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) e all’Università di Padova dalle ricercatrici Giulia Favaro e Vanina Romanello sotto la guida del professor Marco Sandri, con la collaborazione dei laboratori del professor Leonardo Salviati, del professor Luca Scorrano e del professor Bert Blaauw, ha individuato uno dei meccanismi cardine che conduce all’insorgenza della debolezza muscolare e dell’invecchiamento non in salute. Era già noto che l’invecchiamento dei muscoli fosse collegato ad un deterioramento progressivo dei mitocondri, la centrale energetica delle nostre cellule, ma lo studio del laboratorio Sandri dimostra come con l’avanzare dell’età, i livelli della proteina Drp1 (essenziale per la forma e il funzionamento dei mitocondri) si riducano portando a cambiamenti nella morfologia dei mitocondri. Questi, diventando più grandi, agiscono come delle spugne intracellulari che sequestrano il calcio, elemento fondamentale per la contrazione muscolare.

Lo studio ha anche evidenziato che l’attività fisica, nota per avere un impatto positivo sull’invecchiamento in salute, previene la riduzione della proteina Drp1, le alterazioni dei mitocondri e l’insorgenza della debolezza. Questa importante scoperta targata VIMM, che è stata pubblicata nella prestigiosa rivista scientifica Nature Communications, fa luce sui meccanismi molecolari alla base della perdita della massa e della forza muscolare e apre nuovi scenari per scoperte aiutino a vivere meglio ed in salute.

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